La zona del Barbaresco

Alla destra del Tanaro, subito in faccia alle prime colline del Roero, si colloca la piccola zona del Barbaresco: tre paesi (Barbaresco, Neive e Treiso) e la frazione di San Rocco Seno d’Elvio della città di Alba. Anche qui il Nebbiolo ha la sua culla speciale, un grande spazio collinare di circa 700 ettari dove questo vitigno aristocratico regala il Barbaresco, uno dei più grandi vini rossi del mondo intero.

Qui domina la lunga collina, con ripidità che si accentuano man mano che salgono le altitudini. Le valli si fanno più strette e bisogna coltivare il Nebbiolo solo sugli spazi più assolati, come dice il Disciplinare del Barbaresco, sui versanti est, sud e ovest.

Altrove, ci sono altre varietà che completano la fisionomia del vigneto: due a frutto nero, Barbera e Dolcetto, e poi il Moscato, il vitigno bianco più coltivato, seguito dallo Chardonnay, che qui ha colmato la lacuna di una varietà bianca di grande vocazione vinicola. Non c’erano legami stretti con l’Arneis e la Favorita e così, nel cuore degli anni Ottanta del Novecento, le scelte dei viticoltori sono andate allo Chardonnay, ribadendo quel parallelismo che avvicina le colline delle Langhe alla Borgogna vitivinicola.

Le colline del Barbaresco hanno terreni compatti e piuttosto omogenei tra loro: solo un’analisi più profonda può dividere in due parti questa zona per la tipologia dei terreni.

Rimaniamo in Era Terziaria e periodo del Miocene, ma le colline del paese di Barbaresco e quelle di Neive addossate a Barbaresco appartengono al Tortoniano, cioè sono fatte di marne bluastre, molto sode e compresse, che i geologi definiscono di Sant’Agata Fossili. Qui si producono i vini Barbaresco più strutturati e longevi.

Nella zona restante (tutto Treiso e San Rocco Seno d’Elvio e la parte di Neive che va verso l’area del Moscato di Mango e Castiglione Tinella) i terreni sono ancora marnosi, ma il riferimento è al Tortoniano-Serravalliano, con le cosiddette Formazioni di Lequio, dove le marne grigie sono spesso inframmezzate da sabbie. Terreni, quindi, meno strutturati e compatti, dove si producono vini di minore potenza, ma di grande ricchezza olfattiva e di spiccate armonie.

Vigneti

Il Territorio Roero

L’area del Barolo